Frida Khalo e il Messico
Bologna ha ospitato a Palazzo Albergati la mostra delle opere più rilevanti della collezione Gelman, una tra le più importanti raccolte di arte messicana del XX. La raccolta illustra il periodo tra il 1920 e 1960, la cosiddetta “rinascita messicana” i cui esponenti più famosi sono Frida Kahlo e Diego Rivera. Alcuni tra i dipinti più importanti di questa collezione sono la serie degli autoritratti di Frida; Autoritratto con collana (1933), Autoritratto seduta sul letto (1937), Autoritratto con scimmie (1943), Autoritratto come Tehuana (1943); o le opere ispirate e legate al suo amore per Diego che testimoniano il loro passionale e tormentato, come L’abbraccio amorevole dell’universo, la terra (il Messico), Diego, io e il signor Xolotl (1949); una “Naturaleza viva” (Natura vivente) di straordinario impatto, La sposa che si spaventa vedendo la vita aperta (1943).Mostra molto carina e interessante, che ha permesso ai visitatori di respirare un po’ di spirito messicano anni e di avvicinarsi alla personalità forte, coraggiosa, ispirante e assolutamente originale di questa donna pittrice e guerriera, come lei stessa usava descriversi.
Personaggio ribelle, indiscussa fonte d’ispirazione per artisti e stilisti, di gran tendenza oggi più che mai.
Frida Kahlo, all’anagrafe Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, è nata a Coyoacán, 6 luglio 1907 anche se a lei piaceva raccontare di essere nata nel 1910 e di essere così figlia della rivoluzione messicana, iniziata proprio quell’anno. Affetta da spina bifida, fin dall’adolescenza l’artista manifestò una personalità forte e passionale e un singolare talento artistico. Il terribile incidente che subì a diciotto anni, mentre tornava in autobus a casa, le causò la rottura della colonna vertebrale, del femore, della gamba e piede sinistro in più punti, oltre ad altre traumatiche lesioni. Dovette rimanere a letto per anni, e nel baldacchino di casa, reso più vivibile grazie allo specchio attaccato alla parte superiore, Frida approfondì la sua arte pittorica studiando se stessa, rappresentandosi di continuo e sperimento.
Sottopose le sue opere alla critica del già famoso pittore Diego Rivera che ne rimase profondamente colpito tanto da prenderla sotto la sua protezione. Conobbe la polita messicana e divenne attivista del partito comunista e nel 1929 lo sposò (lui era al terzo matrimonio), pur sapendo dei continui tradimenti cui sarebbe andata incontro. Conseguentemente alle sofferenze sentimentali ebbe anche lei numerosi rapporti extraconiugali, comprese varie esperienze omosessuali. Col marito viaggio molto in America, rimase in cinta, ma a causa dei suoi gravi problemi fisici perse il bambino, la mancanza di maternità fu il suo dispiacere più grande.
La coppia divorzio per poi risposarsi dopo un anno, nonostante la fiducia e la fedeltà, ed anche i rispetto, visto che il marito aveva avuto una storia con la sorella di Frida, fossero venuti ormai a mancare, l’amore tra i due continuava ed essere forte.Morì di embolia polmonare a quarantasette anni nel 1954. Fu cremata e le sue ceneri sono conservate nella sua Casa Azul, oggi sede del Museo Frida Kahlo. Le ultime parole che scrisse nel diario furono: “Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più.”
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