“L’unica vera eleganza è nella mente: se ci arrivate, il resto viene da sé.” (Diana Vreeland, guru della moda e caporedattrice di Vogue America dal 1962 al 1972)
Nata Diana Dalziel a Parigi, era figlia di padre britannico, Frederick Young Dalziel, e madre americana, Emily Key Hoffman. Gli Hoffman facevano parte dell’alta società americana, erano discendenti del fratello di George Washington oltre che cugini di Francis Scott Key. Diana Vreeland aveva una sorella, Alexandra Dalziel, ed era cugina di Pauline de Rothschild. La famiglia si trasferì alla fine della prima guerra mondiale negli Stati Uniti.
Diana Dalziel sposò il banchiere Thomas Reed Vreeland nel 1924. Dopo il matrimonio la coppia si trasferì a Londra, dove la Vreeland aprì una boutique per signore, che poteva annoverare fra i clienti Wallis Simpson, futura Duchessa di Windsor. In questo periodo Diana visitò spesso Parigi, dove nel 1926 incontrò Coco Chanel e la sua amica gioielliere Suzanne Belperron[2].
Nel 1937 Diana Vreeland si trasferì nuovamente a New York. Qui iniziò la sua carriera come giornalista e redattrice per la rivista di moda Harper’s Bazaar. Importante firma di Harper’s Bazaar e Vogue, nel 1965 fu ammessa nella Hall of Fame della Lista internazionale delle donne meglio vestite[3]. Dal 1962 al 1972 fu redattrice capo della rivista Vogue America. Nel 1967 morì suo marito e nel 1972 la Vreeland iniziò a lavorare come consulente tecnico con l’istituto del costume del Metropolitan Museum of Art.
Da Wikipedia:https://it.wikipedia.org/wiki/Diana_Vreeland
Secondo Diana Vreeland il grande equivoco su cui si basa il Mito della Moda è il seguente: creare/comprare prodotti eleganti (e immagini eleganti) non equivale a donare/ricevere ELEGANZA, semmai ci restituisce un’ illusione fugace di questa qualità.
Tutto ciò che abbiamo di materiale per creare eleganza (abiti, accessori, trucco, gioielli) non è che un surrogato della mente: potremo arrivare allo stesso risultato con la sola consapevolezza del sé (ed un po’ di intuizione); invece preferiamo delegare gli oggetti ed attribuire loro delle virtù che in natura non hanno: un bell’oggetto non garantisce eleganza a chi lo indossa, se l’individuo non si pone nell’ottica di avere una “mente elegante”!
Ma in fondo il gioco della moda è proprio questo: se gli esseri umani prendessero totalmente consapevolezza che ciò che compriamo altrove è già IN NOI (basta cercarlo) … la Moda non avrebbe più ragion d’essere (almeno nella sua dimensione compulsivo-consumistica).
L’eleganza può nascere da presupposti completamente diversi da quelli ai quali la Moda ci induce a pensare: il calore di uno sguardo, la cordialità di un sorriso, una voce carezzevole, l’intelligenza emotiva, la capacità di comunicare e di entrare in empatia coi propri simili, la sensibilità… Questo per me è vera ELEGANZA. Il resto sono COSE BELLE di cui possiamo scegliere di circondarci, oppure no.
Meditate donne meditate
Come saggiamente ha scritto Diana Vreelad, l’eleganza è in noi, è da un qualche cosa di molto più sottile, personale ed affascinante dell’aspetto più spicciolo e consumistico della moda.
L’essere eleganti è di più di acquistare capi di tendenza, che alle volte ci fanno credere di esserlo, è trovare il nostro stile, la nostra immagine e soprattutto nelle nostra mente.
La moda passa, l’eleganza resta..
Questo è il messaggio che vorrei passare a tutte voi.
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